DON PEPPE DIANA-19 MARZO

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Una festa di colori, cittadinanza attiva e responsabilità istituzionale per riportare il sorriso nelle terre di Don Peppe Diana, il prete ucciso dalla camorra nel 1994 per essersi opposto con coraggio e determinazione all’infame linguaggio della criminalità organizzata. Il 19 marzo, prima data prevista per la giornata nazionale della memoria e dell’impegno che si terrà anche a Napoli il 20 e 21 marzo, sarà l’occasione per “salire sui tetti- così Don Diana scriveva- a riannunciare la parola di vita”. A quindici anni dall’uccisione del giovane prete che nel 1991 firmò il documento di denuncia “Per amore del mio popolo”, sarà proprio la vita e il suo profondo senso a pervadere le strade di una Casal di principe che quel giorno si trasformerà nella piazza dell’intera provincia di Caserta.

Il 19 marzo sarà un momento di grande significato per il percorso di rinascita intrapreso da un paese che non vuole essere sopraffatto dal codice della violenza e del sopruso, ma che vuole invece puntare alla valorizzazione delle ricchezze umane e dello spirito di accoglienza che da sempre contraddistinguono le terre di Don Peppe Diana.

Le stesse terre in cui sono stati uccisi Federico Del Prete e Domenico Noviello, rispettivamente sindacalista ed imprenditore che non hanno chinato la testa dinanzi alla legge della violenza. E’ ai figli di questi due uomini che, il giorno della festa del papà, sarà consegnata la medaglia d’oro al valor civile, alto riconoscimento fortemente voluto da Libera e dal Comitato Don Diana per chi non ha abbassato lo sguardo di fronte alla barbarie. Esempi positivi che esprimono coraggio e grandezza d’animo. La stessa che animava Don Peppe Diana, la sua opera, il suo cammino. Il 19 marzo a ricordare il prete baluardo di speranza e di amore per il prossimo, saranno migliaia di persone. Saranno gli scout (dei quali Don Peppe faceva parte), i religiosi, gli esponenti politici, le istituzioni, tutti gli uomini e le donne di buona volontà che hanno scelto da quale lato della barricata stare. Contro chi, fa del male, la propria fede. Quel giorno, con i lenzuoli bianchi che penderanno dai balconi delle case, come nel giorno del suo funerale, saranno ricordate tutte le vittime innocenti delle mafie, tutti quelli caduti sotto i colpi della camorra in Terra di lavoro. Al momento istituzionale del 19 marzo, previsto proprio all’esterno del cimitero in cui riposa Don Peppe, seguirà una vera e propria “invasione” delle piazze, dove, tra canti, balli, stand gastronomici, folklore, scambi etnici, si potrà vivere un pomeriggio di grande festa. La messa in ricordo di Don Peppe sarà celebrata nel pieno centro cittadino ed qui che sarà proiettato, in anteprima, il documentario “A camorra song’i?” del fotoreporter Salvatore Sparavigna che, con circa cento interviste, ha messo in risalto i lati bui del territorio, ma anche la forza e la grandezza d’animo degli onesti che alla schiavitù della criminalità organizzata, hanno deciso di dire no. A67, Yo yo mundi e Orchestra popolare casertana concluderanno, con la loro esibizione musicale, una giornata che segnerà una tappa significativa nel percorso di rilancio intrapreso con forza da una Terra di lavoro energica e pronta a ripartire dal bello.

Che tutti siano a Casal di principe il 19 marzo. C’è bisogno di partecipazione, vicinanza, sorrisi. “Ora sappiamo che il nostro Pinuccio non è più solo nostro, – parlano Gennaro Diana e Iolanda Di Tella, genitori di Don Peppe- ma è anche di tanta gente sparsa per l’Italia, che del suo ricordo e del suo impegno, fa memoria quotidiana e simbolo della lotta per la legalità e la giustizia. La sua morte, paradossalmente, profuma di vita, alimenta la speranza”.

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