Anche noi alla grande manifestazione di Napoli contro le mafie

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s5033011Come da quattordici anni a questa parte, il primo giorno di primavera, tutta la realtà di Libera si è ritrovata nella giornata della memoria e dell’impegno in ricordo della vittime delle mafie per ricordare tutte quelle persone innocenti che hanno perso la vita per mano delle mafie.
Quest’anno a Napoli c’erano 150.000 persone venute da ogni regione d’Italia, per stringersi attorno al dolore di quei famigliari che si sono visti sottrarre gli affetti più cari dalla violenza inaudita delle organizzazioni mafiose; c’erano ragazzi, ragazze, uomini, donne, bambini e associazioni che si sono ritrovate per testimoniare come solo il nostro agire quotidiano può contrastare un fenomeno che non coinvolge singole regioni, ma che riguarda l’intero nostro Paese.
La rete di Libera Novara, rappresentata da 54 persone, si è recata a Napoli con un pullman partito da Torino, dove si erano ritrovate tutti i partecipanti della Regione Piemonte così numerosi (1500 persone ) da dover rendere necessario aggiungere al treno speciale diversi pullman.
Durante il viaggio sono state distribuite delle magliette che riportavano una frase di Don Giuseppe Diana, sacerdote ucciso dalla camorra a Casal Di Principe e ricordato con una manifestazione il 19 marzo, e sono proprio le sue parole:“Per amore del mio popolo non tacerò” che Libera Piemonte ha voluto far proprie.
La lunga marcia del corteo ci ha portato da Piazza Diaz lungo tutto via Caracciolo per arrivare infine in Piazza del Plebiscito dove dal palco sono stati letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie.
Da lì don Tonino Palmese salutava commosso le migliaia di persone che giungevano dal corteo e lasciava spazio alla testimonianza di alcuni dei famigliari delle vittime, che avevano marciato insieme a noi per le vie di Napoli.
Incisive le parole di Alessandra Clemente che ha ricordato la madre Silvia Ruotolo, uccisa dalla camorra per sbaglio: “Dobbiamo trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Impegnarsi per la  memoria non è né stupido né inutile, dobbiamo pretendere il cambiamento” e ancora più significativo il ringraziamento che Alessandra fa alla sua Napoli perché finalmente scesa in piazza a dimostrare di non voler avere a che fare con la camorra.
s5033064Anche Don Luigi Ciotti, nel suo discorso, si è rivolto direttamente a queste terre stanche di essere identificate solo come terre di mafia, ricordando che solo la “corresponsabilità” di tutti può a creare le condizioni di un cambiamento, una responsabilità che ogni singolo cittadino ed ogni istituzione deve assumersi in prima persona.
Don Ciotti ha poi richiamato tutti a non sostituire la giustizia con la sola legalità sottolineando l’importanza di difendere i principi democratici presenti nella nostra Costituzione.
Commosso infine si è rivolto a tutti i mafiosi e a quelle persone che hanno a che fare con camorra o altre mafie esortandoli a fermarsi e a convertirsi perché quella che stanno vivendo non è vita.
Dal quel palco le parole di don Ciotti ci richiamavano alla necessità di un impegno quotidiano, ad una continuità di questo cammino di lotta che ha bisogno della presenza di tutti.
E Piazza del plebiscito sembrava abbracciare tutte le persone che si raccoglievano al suo interno tutti a sostenere Napoli, città di Roberto Saviano,  di Rosario Esposito La Rossa e di tutti quei famigliari che hanno perso ingiustamente una persona cara. Terra di quegli uomini che qualche giorno prima a Casal di Principe avevano gridato “Casalesi è il nome di un popolo e non di un clan”, quel popolo dell’Italia intera, democratica e che lotta per quella giustizia ed in difesa di quei principi costituzionali di cui parlava Don Luigi Ciotti.

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