La Repubblica tra Piemonte ed Abruzzo

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Tutto parte da un pomeriggio in cui cercando informazioni in rete sulla situazione dei terremotati, trovo un gruppo Facebook, nato nelle colline del chivassese, che vuole raccogliere aiuti per l’Abruzzo.

Mi metto in contatto con Velentina Fiumara di Cavagnolo e Lorena Rotolo di Brusasco che animano il gruppo, per vedere come Cascina Caccia possa collaborare con loro.

La restituzione sociale di un bene confiscato passa anche per il mettersi a servizio e sostenere questo genere di iniziative nate spontaneamente dai cittadini del territorio.

Mi piace sottolineare come questo sia anche un esempio del possibile uso sociale dei nuovi media, quello di cui ci occupiamo nell’abito del Performingmedia di Acmos. Finalmente facebook non è solo uno strumento per giocare chattare e perdere tempo ma diventa la piattaforma perfetta per organizzare un’azione di solidarietà. 

Incontro Lorena, Valentina, Andrea Gavazza e Raffaele Guzzon sono ricci di entusiasmo e si parte con la realizzazione di un volantino per pubblicizzare l’iniziativa che distribuiamo nei negozi del territorio.

Tentiamo di coinvolgere le amministrazioni comunali che di dimostrano interessate a sostenere l’iniziative ma che purtroppo hanno tempi burocratici lunghi, grosse difficoltà economiche e le elezioni imminenti che complicano tutto, non ci scoraggiamo e andiamo avanti! 

Ci chiediamo come portare fisicamente gli aiuti in Abruzzo e anche qui incontriamo qualche difficoltà, la Protezione Civile e la Croce Rossa non accettano indumenti usati ma in buone condizioni, solo il nuovo. Noi abbiamo molto materiale in ottimo stato che i cittadini hanno generosamente donato e che sappiamo essere utilissimo in Abruzzo. Così nasce l’idea di organizzare una carovana per portare gli aiuti, il Gruppo Abele mette a disposizione un furgone e Valentina il suo camper.

Nel frattempo come Acmos riceviamo qualche donazione in denaro da destinare all’Abruzzo e i Gruppi di Educazione alla Cittadinanza di Acmos decidono di donare un mese di autofinanziamento. Con il denaro raccolto abbiamo pagato le spese di viaggio e comprato detersivi, prodotti per l’igiene e ventilatori. 

Sempre grazie alla rete troviamo il sito aiutoterremoto.org animato da un gruppo di studenti aquilani che ha costituito un punto di raccolta e distribuzione indipendente. Ci mettiamo in contatto con loro che ci confermano la necessità di portare anche indumenti usati perché al di là di ciò che si legge sui giornali le popolazioni ne hanno davvero bisogno. 

100_1997-1024Finalmente si parte alle 00,30 di mercoledì 27 maggio, il lungo viaggio dura tutta la notte e che si concluderà con il ritorno in Piemonte nella notte successiva. Giungiamo a destinazione pronti a scaricare ma c’è un problema! Il punto di raccolta di aiutoterremoto.org è intasato perché molti altri punti di raccolta hanno chiuso e perché a loro non vengono più forniti i furgoni per i trasporti.

In attesa della soluzione che poi si troverà ci facciamo raccontare la loro storia: Sono un gruppo di studenti universitari che hanno perso un amico nella tragedia del terremoto. Hanno sublimato il loro dolore e la loro rabbia impegnandosi concretamente per onorare la memoria del loro amico. Hanno costituito un punto di raccolta indipendente e da settimane ci lavorano tutti i giorni tra una lezione e un esame all’università.

100_2002-1024Ci facciamo raccontare cosa stia succedendo veramente perché abbiamo imparato a non fidarci troppo dei giornali, sarà vero che il presidente del consiglio ha risolto l’emergenza? Certamente no! Certamente si tratta di una strumentalizzazione elettorale perché serve far vedere che i centri di raccolta della protezione civile chiudono per dire che tutto è risolto, serve fare dell’Aquila un set cinematografico dove tutto funziona a uso e consumo dei media, ma negli altri paesi abruzzesi la situazione resta drammatica.

Cosi gli universitari indipendenti restano tra i pochi che ancora raccolgono gli aiuti, con mille difficoltà.

Ci raccontano che i primi giorni portavano aiuti “clandestinamente” raggiungendo i paesini sperduti dove a distanza di due settimane dal terremoto, trovavano ancora persone col pigiama che indossavano il giorno della tragedia. Clandestinamente perché non li facevano passare ai posti di controllo e dovevano aggirarli passando per le stradine di montagna, poi finalmente grazie all’interesse del circolo di Rifondazione Comunista che li ospita, hanno ottenuto il visto per passare. Alcuni giorni dopo però tutto si è bloccato nuovamente ma loro resistono!

100_2004-1024Ci parlano poi della scellerata idea di organizzare il G8 a l’Aquila, la situazione è gia complicata dal punto di vista logistico e la presenza della macchina organizzativa del G8 con la militarizzazione della zona porta gravi danni a chi tenta di fare il bene della popolazione e a chi si sta occupando della ricostruzione. Per loro il G8 è un secondo terremoto.

Da parte nostra non possiamo che esprimere lo sdegno per la vergognosa operazione di propaganda elettorale che si sta compiendo sulla pelle dei terremotati.

Noi a questa Repubblica ci teniamo e pensiamo che l’Italia sia una sola, per questo ci siamo mossi con impegno per portare solidarietà alle popolazioni colpite dal terremoto anche se sono a centinaia di chilometri da noi.

Crediamo nelle Istituzioni della Repubblica, per questo ci indigniamo nel vedere un uomo che ricopre il ruolo di Presidente del Consiglio in modo così vergognoso, ad uso e consumo dei suoi interessi e della sua immagine, protetto da quella legge vergogna che sospende i processi che lo vedono imputato per corruzione quando il corrotto Mils è gia stato condannato.

Tra un attacco alla magistratura, una strumentalizzazione e uno scandalo rosa la credibilità della nostra Repubblica e della nostra democrazia si stanno sgretolando e non possiamo accettarlo!

One thought on “La Repubblica tra Piemonte ed Abruzzo

  1. Pingback:Riqua | Stefano

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