Armonia è una parola greca e significa accordo, unione.
Lo ha ricordato Luigi Ciotti, il 26 giugno a San Sebastiano da Po, in quel bene confiscato alla ‘ndrangheta, di proprietà della famiglia Belfiore, da cui partì l’ordine di uccidere il Procuratore di Torino Bruno Caccia.
Era il 26 giungo del 1983.
Venerdì scorso, 26 anni dopo, la prima rassegna artistico musicale in ricordo di Carla e Bruno Caccia, ha voluto fare memoria dell’impegno e dell’esempio che quel magistrato inflessibile e sua moglie ci hanno donato.
Con Armonia, appunto; alla ricerca dell’accordo e dell’unione tra l’arte, la cultura e la consapevolezza che presidiare la democrazia, passa attraverso il riutilizzo sociale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.
“L’etica libera la bellezza” del 21 marzo campano ha trovato la sua continuità con “L’arte libera il bene”: ribellarsi per far riscoprire il bello, per costruire percorsi di verità e giustizia.
Gli artisti che si sono alternati sul palco, lo hanno fatto con grande amore e passione.
Giulio Cavalli, attore e regista teatrale che vive sotto scorta per la sola colpa di aver fatto nomi e cognomi, ha presentato il suo lavoro dedicato a Bruno Caccia: insieme alla “Tromba del Trambusto” di Acmos, l’associazione che insieme al Gruppo Abele si occupa della gestione della cascina, ha recitato “Il sorriso di Bruno Caccia”, un reading teatrale di profondo impatto accompagnato dal Gruppo da camera del Conservatorio di Torino “G.Verdi”; una lettera aperta a Bruno Caccia e a Domenico Belfiore, condannato all’ergastolo come mandante dell’omicidio.
Non poteva non cominciare così il ricordo di un uomo giusto, con centinaia di persone emozionate, tra le quali Paola Caccia, figlia del procuratore e Gian Carlo Caselli, attuale procuratore di Torino.
Le emozioni sono continuate con il maestro e compositore Ezio Bosso che accompagnato dal Buxus Consort, ha seguito la scia di armonia con le musiche di “Io non ho paura” e con componimenti che hanno lasciato senza parole, per la perfetta sintonia tra atmosfera e note e tra gli stessi musicisti e gli strumenti: un connubbio imperdibile.
La seconda serata si è colorata di jazz con Furio Di Castri e “L’esigenza di andare verso il basso”, con il solo contrabbasso protagonista della scena. Pur senza l’uso delle parole per chi fa Libera, è stato un altro modo per ricordare l’esigenza di ripartire dai territori e dal loro governo e dal modo con il quale la cittadinanza li presidia. Il pubblico ha apprezzato per poi deliziarsi con l’esibizione tributo a John Coltrane, in cui Di Castri è stato accompagnato dalla tastiera, dalle trombe, dal sax e dal clarinetto dei suoi ragazzi.
L’ultima giornata ha visto protagonisti il concerto dell’Orchestra di Musica Viva e Syn(e)chronie e l’esibizione del Coro dei Piccoli Cantori di Torino, diretti da Carlo Pavese, con la merenda sinoira con la quale ci si è detti arrivederci.
Armonia non è stato solo questo. E’ stato molto di più. E’ stato ricordare il lavoro ed il coraggio di chi vive quotidinamente Cascina Caccia, con il solo obiettivo di renderlo luogo di tutti: un luogo di cultura ed impegno, di lavoro e di passione.
E’ stato lo straordinario lavoro dei ragazzi dell’Istituto J.B. Beccari di Torino, che ha curato gli aperitivi e la cucina per le tre giornate.
E’ stato l’impegno notevole e prezioso delle rete di Libera Piemonte, in particolare del Presidio Renata Fonte e del Presidio Rita Atria.
E’ stata anche l’inaugurazione, grazie anche all’Associazione Nazional Magistrati, della sala che ospita l’archivio di libri, testi giuridici e documenti che hanno contribuito a fare la storia del nostro paese.
E’ stata anche la nascita della Collezione Bruno e Carla Caccia, in collaborazione con Paratissima e grazie a numerosi artisti che hanno donato le loro opere d’arte, le quali risiederanno nei beni confiscati di tutta Italia, continuando quell’accordo tra arte, cultura e legalità, che in questa tre giorni ha avuto un impatto così forte e positivo.
In particolare, sempre all’insegna dell’armonia, l’installazione della mostra, con le opere per la prima volta tutte insieme, è stata fatta con materiali della cascina, per sottolineare come sia importante legare e accordare ciò che prima era luogo di grande ingiustizia, alla vitalità che generare speranza e concretezza.
Da tempo a San Sebastiano da Po, è nata un’altra storia. Da ieri possiamo dirlo con più convinzione: è una storia di Armonia.