Duelli rusticani

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E la Sicilia, ancora una volta, si dimostra ambigua e complessa, nella migliore tradizione letteraria di Pirandello e Sciascia. Il Congresso del Pd, che ha eletto Bersani segretario nazionale, nelle consultazioni regionali per rinnovare il segretario siciliano, è stato funestato da crisi e colpi di scena. Il vincitore, dopo il ballottaggio, è Giuseppe Lupo, franceschiniano e membro dell’Opus Dei. Lo sconfitto è il senatore Beppe Lumia, già presidente della Commissione Antimafia e da anni sotto scorta per il suo impegno contro la criminalità organizzata, che se n’è andato sbattendo la porta. Già perchè Lumia accusa Lupo di aver vinto grazie all’appoggio di Bernardo Mattarella (fratello di Piersanti ucciso dalla mafia nel 1980 e terzo candidato alla segreteria, che non ha passato il primo turno), che è bersaniano, oltre che da altri deputati siciliani non troppo amici, nel quotidiano. Di nuovo a parlare di correnti e giochi sotto il tavolo? Chissà… Certo è che l’uomo di Bersani e quello di Franceschini si alleino suona strano; ancora di più che a sostenere Lupo siano stati politici del calibro di Rita Borsellino e Mirello Crisafulli (che si è fatto pizzicare un po’ di tempo fa con un boss dell’ennese): il diavolo e l’acqua santa!

Lumia incassa la sconfitta e si dice pronto a creare un nuovo gruppo del PD nell’isola.

Al di là dei giudizi, tralasciando i ruoli di “gattopardi, sciacalli e pecore”, rimane la sensazione che tutto ciò faccia male. Al PD, alla Sicilia, a chi fa lotta alla mafia seriamente e crede nel ruolo della politica.


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