Tunisia al voto: "La prima volta"

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da Sidi Bouziz: D. Mattiello, D. Ziveri, C. Nasi

 

Domenica 23 ottobre 2011. Dalle 7 di questa mattina il cortile della scuola, uno dei seggi elettorali tunisini che accoglierà i 240mila iscritti su 300mila aventi diritto nella provincia di Sidi Bouziz, si riempie: un’insolita folla per chi accusava i tunisini di sfiducia e stanchezza; una folla insolitamente ordinata che anima il cortile come una piazza di domenica. Tante le donne, chi con il velo, chi senza.

Poco prima dell’apertura dei seggi come prestigiatori ci mostrano le urne intonse, poi con solerzia e zelo i presidenti di sezione officiano il rito della democrazia con entusiasta partecipazione. Accolgono il popolo viola, quello che si macchierà le dita di inchiostro per evitare i dubbi sul doppio voto. Con la stessa meravigliata eccitazione del primo giorno di scuola Said mi guarda mentre riceve la scheda e sorridendo mi sussurra in continuazione “é la prima volta”. La prima volta. Mani e mani affidano all’urna la volontà popolare, come lettere ad un amante lontano.
Democrazia reale é lo slogan degli indignados europei: non é solo una critica all’ipocrisia di chi il consenso lo compra; é il richiamo, che la Tunisia incarna, al sangue di chi per la democrazia combatte, la fatica di chi si impegna per costruirla e difenderla, il trasporto gioioso di chi la esige, la vive, la nutre. Oggi il popolo tunisino sta dando prova di cosa significhi combattere l’ingiustizia e la corruzione anche se mascherate di benessere (per pochi), organizzarsi per sperimentare l’esercizio del voto, godere del diritto di eseritarlo.

La forte affluenza registrata sinora, alle 15 oltre il 60 per cento nei seggi da noi presidiati, l’attenzione al coretto svolgimento delle operazioni di voto, l’entusiasmo composto di uomini e donne, giovani e vecchi, l’atmosfera di fratellanza nella democrazia, sono la più bella speranza che sta germogliando tra i gelsomini.