Il 25 ottobre è stato presentato a Strasburgo, presso il Parlamento europeo, il rapporto sulla criminalità organizzata. Prodotto dalla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni è stato approvato nei contenuti e nelle proposte attuative.
Mentre l’Europa si divide sul sistema finanziario si unisce dunque nella volontà di uniformare leggi e interventi di contrasto alla criminalità organizzata. L’ostacolo principale a che questa unione avvenisse era, finora, la differenza tra le legislazioni nazionali dei diversi Stati membri, e la derivante disorganizzazione. Vuoti di cui la criminalità ha saputo far tesoro se è vero che i traffici illeciti e i delitti delle grandi organizzazioni hanno passato i confini nazionali e moltiplicato possibilità e guadagni in questi ultimi 10 anni.
Il primo passo previsto dal rapporto era l’istituzione di una commissione parlamentare antimafia. Nella prima settimana di novembre, con 584 voti favorevoli e solo 6 contrari, il Parlamento europeo si è detto favorevole alla proposta di tre eurodeputati italiani sulla nascita della commissione. La necessità è stata presa sul serio, tant’è che tra soli 6 mesi l’organo sarà già chiamato a relazionare davanti all’esecutivo europeo sulla situazione dei traffici delle organizzazioni criminali sul territorio europeo.
Il prossimo passo previsto è la nascita di una super procura europea con l’onere di coordinare le indagini e gli apparati investigativi che già esistono (la Corte europea di giustizia, Eurojust, l’ufficio europeo antifrode (Olaf) ed Europol).
Se i tempi indicati dal rapporto verranno osservati, entro il 2012 verrà inserito nel diritto penale europeo il reato di associazione mafiosa e gli Stati membri saranno invitati a porre in atto misure idonee a garantire la tracciabilita dei flussi finanziari in relazione agli appalti pubblici e a introdurre leggi utili a sanzionare le turbative di gara.