Quante volte abbiamo parlato di Pino Maniaci e Telejato. Questa volta si rischia davvero di vederla chiusa, per il passaggio al digitale terrestre. Facciamo nostre le parole, qui di seguito, dell’amico Giulio Cavalli. Spesso Giulio ha collaborato con Pino e si sono vicendevolmente supportati. Il video del Fatto Quotidiano, che citiamo, è uno dei pochi che raccontano questa vicenda troppo nell’ombra.
E’ di nuovo tempo di far grancassa e tam tam mediatico. E noi non ci sottraiamo!
Per la libertà di informazione e la giustizia. Per Telejato e i siciliani onesti!
Pino Maniaci e Telejato devono essere spenti. La notizia è di quelle che gelano il sangue perché Pino Maniaci e Telejato (con il suo telegiornale più lungo del mondo) da anni lottano per non essere spenti dalla mafia e invece alla fine a spegnerli sarà lo Stato. Non si sa se per superficialità, per miopia o per convergenza di interessi: certo quando lo Stato compie l’azione che la mafia ha tanto desiderato ne esce sconfitto il buon senso, la tutela del coraggio e la custodia delle fragilità attive.
Non serve solidarietà pelosa. Telejato, Pino e la sua famiglia ne hanno ricevuta a tonnellate in questi anni (buona e non buona). Serve mobilitarsi con un obiettivo chiaro: sappia il Governo cosa sta spegnendo, decida dopo aver conosciuto la vita, il progetto e le lotte di Telejato e dia delle spiegazioni. La mobilitazione deve puntare a chiunque possa scrivere un’interrogazione, un ordine del giorno o una mozione tra gli scranni del Parlamento. E noi possiamo chiederlo (e dobbiamo chiederlo) con insistenza: come Pino quando tiene in mano il microfono.