Così il mondo che vediamo diventerà il mondo che vogliamo

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Far sentire le ragazze e i ragazzi costruttrici e costruttori attivi della rinascita del proprio quartiere; fare dell’educazione civica non una materia di studio, ma una pratica quotidiana e uno strumento per il cambiamento; trasformare le strade, le piazze, i giardini pubblici, i palazzi, i servizi già esistenti o le fabbriche abbandonate in opportunità; partire dall’osservazione, passare dalla documentazione, approdare alla critica fino ad assumersi la responsabilità, personale e collettiva, di un bene pubblico.

Sono tante le narrazioni possibili che si possono dare a un momento importante come quello che, per tre giorni, vedrà coinvolti 1110 tra ragazze e ragazzi dell’Istituto Professionale Statale J.B. Beccari (delle sedi di Barriera di Milano e Vallette), scuola secondaria della periferia nord di Torino. Tre giorni che si apriranno, lunedì 28 marzo, con un’autentica “invasione” del quartiere. Per una giornata intera, dalle 8 alle 19.45, studentesse e studenti si metteranno in cammino, toccando luoghi familiari e altri meno noti, sedi di associazioni, case del quartiere e beni confiscati alle mafie: posti prossimi, vicini, tangibili, esempi concreti di buona o cattiva amministrazione della cosa pubblica.

Saranno loro a indagare risorse e problemi, a scrutare con occhi diversi quella terra che gli appartiene e che, in molti casi, gli è negata a causa della mancanza d’azione di chi dovrebbe sulla carta prendersene cura. Attraverso quattro itinerari, ciascuno della durata di un’ora e mezza, i gruppi di studentesse e studenti monitoreranno Barriera, ascoltando esperienze, registrando mancanze, cogliendo opportunità: materiale utile per elaborare, successivamente, proposte concrete da presentare all’amministrazione pubblica.

Un modo per fratturare la retorica veloce, precostituita, superficiale e anacronistica delle periferie, viste come quartieri a rischio abitati da persone problematiche e dal destino segnato; e per appropriarsi del potere dei propri sogni non come pura evocazione ma come stimolo per agire insieme e migliorare quello che è il proprio spazio di vita.

L’iniziativa è promossa dal Gruppo Abele e dall’istituto Professionale Statale J.B. Beccari in collaborazione con il Tavolo Pioneer del progetto Nuovi Orizzonti Educativi – Una comunità che educa, con il coinvolgimento operativo di Acmos e Libera Piemonte e rientra all’interno del progetto nazionale Liberi di Crescere – Rete ad alta densità educativa, sostenuto da impresa sociale Con i bambini nell’ambito del bando adolescenza.

La metodologia è quella del monitoraggio civico: significa usare quel potere del “controllo diffuso” del bene comune che la stessa legge della prevenzione della corruzione affida a ciascuno. Il fine è occupare lo spazio fisico e quello digitale, due facce della stessa medaglia, raccogliere dati civici e pubblici e trasformarli in azioni di cura di ciò che è comune e di cambiamento.

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