Catalogo dei Viventi

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immag1001Da qualche mese è uscita la seconda pubblicazione del “Catalogo dei Viventi” curato da Giorgio Dell’Arti e Massimo Parrini.

Il primo dei due autori, giornalista e fondatore de “Il Venerdì di Repubblica”, lo ha così descritto: “Lo considero una sorta di Rapporto Censis sulla classe dirigente italiana e la nostra società, un libro così non esce in nessuna altra parte del mondo”. La novità del volume 2009 è la presenza di più di 500 biografie di criminali, da Totò Riina a Pasquale Galasso. Sono mafiosi, camorristi, ‘ndranghetisti o killer. Tutte voci curate da Paola Bellone, giovane magistrato della Procura di Torino.


Noi l’abbiamo sentita per farle alcune domande su questo prezioso lavoro.


Buongiorno Paola. Com’è nata l’idea di collaborare a questo catalogo?
Se parliamo di idee, il merito è di Dell’Arti. Stava organizzando la seconda edizione del Catalogo dei viventi, pensò di inserire tra le voci anche i malavitosi, e chiese a me di farlo. Accettai con entusiasmo, perché potevo occuparmi per lavoro di una cosa che mi interessava moltissimo da sempre, ma che non avevo mai avuto il tempo di approfondire.


Studio e ricerca, quindi. Quanto impegno ha richiesto questo lavoro?
Immenso, ho lavorato più di un anno “pancia a terra”. Si trattava di selezionare le voci da inserire, raccogliere informazioni e riscriverle. Ho letto moltissimi libri, articoli di giornale e centinaia di sentenze della Cassazione, e consultato magistrati che mi hanno aiutata molto nella mia cattura sulla carta dei malavitosi (uno fra tutti Alfonso Sabella). La prima consegna che ho fatto a Dell’Arti, i camorristi, lo lasciò sbalordito, anche perché le biografie erano più dettagliate di quanto si aspettasse. C’era anche un problema di equilibrio con il resto del Catalogo, mi disse, perché le mie voci erano molto lunghe. Mi annunciò che avrebbe dovuto tagliarle suo malgrado, ma di continuare a tenermi lunga anche per i mafiosi e gli ‘ndranghetisti. Alla fine, invece, non le ha tagliate, e in effetti lo spazio dedicato ai malavitosi, in proporzione, è superiore a quello dedicato alle altre voci, è un libro nel libro.


Quale valenza ha elencare i profili di criminali?

Purtroppo l’ho scoperto con maggiore consapevolezza scrivendo. I malavitosi sono davvero italiani “notevoli” (il filo rosso che percorre l’opera), nel male hanno inciso profondamente nella storia del Paese, sarebbe impossibile scrivere la storia d’Italia senza raccontare la criminalità organizzata. Tutto si tiene, politica, economia, terrorismo, mafia, e nel Catalogo emerge dal gioco di rimandi da una voce all’altra. Anche mafia, camorra e ‘ndrangheta si intersecano tra loro. Per questo Dell’Arti alla fine non ha tagliato le voci, che rappresentano una contro-Italia. Lo dice Roberto Scarpinato, magistrato antimafia a Palermo, nel bellissimo libro Il ritorno del principe: «Il vero potere è sempre “osceno”. Opera cioè nel “fuori scena” (ob scenum). Sulla scena, nei luoghi istituzionali, viene inscenata una rappresentazione per il pubblico». Ecco, i mafiosi hanno fatto la storia d’Italia che si è sviluppata fuori scena. Poi c’è l’altro aspetto, quello umano dei singoli malavitosi, descritto senza commenti attraverso le loro stesse dichiarazioni, le loro manie, i dettagli dei delitti che hanno consumato. Ma ne vengono fuori figure grottesche, che non hanno niente di epico.


Hai parlato di “cattura sulla carta”, ma di questi tempi le catture vere e proprie si susseguono, un esempio su tutti è quello del bosso Setola: quanto dovremmo aspettare per vedere aggiornate le pagine del suo profilo?

Il piano editoriale prevede la riedizione del Catalogo ogni due anni. Quindi il lavoro nel frattempo continua per aggiornare le voci con le notizie delle catture, delle ultime sentenze, di nuovi delitti, ma si tratta anche di aggiungere nuove voci e talvolta di spuntare malavitosi morti ammazzati (il Catalogo registra solo le voci dei viventi).


Grazie Paola, custodiremo una copia di questo libro nella Libreria della Segreteria di Libera Piemonte.


Per acquistarlo basta rivolgersi alla Libreria Torre di Abele (via Pietro Micca 22, Torino), dove, inoltre, l’11 marzo alle ore 18 sarà presentato nell’ambito dei “Cento passi verso il 21 Marzo”
Parteciperanno all’iniziativa: Paolo Volpato (giornalista Rai), Andrea Padalino (Sostituto Procuratore Repubblica Torino), Paola Bellone (Vice Procuratore onorario), Robertà Collidà (Giudice Tribunale penale di Torino), Davide Mattiello (Referente Libera per il Piemonte). Modera Ferdinando Brizzi (Vice Procuratore Onorario).

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