Cemento. Movimento Terra. Scavi. Ecco descritto in poche parole il magico mondo degli appalti. Mondo su cui le mafie hanno da decenni messo le mani e che ancora oggi rappresentano un’appetibile porta d’accesso all’eldorado del denaro facile.
Sul nostro territorio il mondo delle costruzioni rappresenta sicuramente un’importante fonte di produzione di reddito: dall’edilizia residenziale fino alle grandi opere olimpiche e per l’alta velocità.
Fiumi di denaro che si muovono quotidianamente e che rischiano di essere intercettati da chi pensa di giocare ad asso piglia tutto.
Ma non è tutto qui. Anche il mondo dei servizi è un potenziale canale di infiltrazione delle mafie, basti pensare ai soldi spesi per l’approvvigionamento di forniture ospedaliere e informatiche.
Di tutto ciò si è parlato venerdì 27 febbraio, nell’ambito del seminario organizzato nel percorso verso il 21 marzo, con la partecipazione delle nostre Istituzioni Locali e di Avviso Pubblico.
Un seminario che ci è servito a entrare un po’ di più nell’argomento, sia su scala nazionale (grazie al preziosissimo intervento di Ivan Cicconi e a quello del sindaco di Follonica Claudio Saragosa), sia su scala locale (con gli interventi dell’arch. Tomasini e della dott.ssa Milone, della Regione Piemonte).
Abbiamo scoperto alcune modalità di infiltrazioni delle mafie negli appalti.
Abbiamo capito alcune delle pieghe della normativa vigente, che può essere facilmente elusa.
Abbiamo inteso che comunque le leggi ci sono e sarebbe già sufficiente un’etica professionale nell’applicarle, per evitare che ci sia la longa manus della criminalità in molti cantieri.
Etica che, evidentemente, è sempre più difficile da intercettare nei pubblici uffici. Così ha denunciato il Presidente della Corte dei Conti, Tullio Lazzaro, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario (11 febbraio). Il Presidente ha dichiarato «è necessaria la massima trasparenza in ogni agire della pubblica amministrazione; là dove essa manchi il cittadino percepisce la funzione pubblica come un qualcosa di estraneo, di diverso da sé e dal proprio mondo, da qui la disaffezione verso le istituzioni e anche verso i centri della politica: male, questo, oscuro e sottile che può costituire un rischio mortale per la vita stessa della democrazia».
Qui c’è il senso di tutto il nostro agire. Essere vigili nei confronti delle istituzioni affinché ogni cittadino si senta partecipe e corresponsabile di ciò che accade. Solo così si può combattere la mentalità clientelare che è spesso si trova nella pubblica amministrazione. E che porta a dire che “è tutto un magna magna”.
Per questo vogliamo andare avanti nella comprensione di questa materia, insieme ad Avviso Pubblico, e lo faremo a cominciare dalle giornate di formazione dei pubblici amministratori, che si terranno a partire dal 14 marzo a San Sebastiano da Po.
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