Gruppo Abele: dalla strada per lottare contro le ingiustizie

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45 anni passati sulla strada senza perdere quello sguardo capace riconosce il disagio, in qualsiasi forma esso si manifesti, e cercare di accompagnare le persone verso un percorso di riscatto sociale. Persone, non utenti. La filosofia che muove il Gruppo Abele e che lo differenzia da altre realtà che si muovono su simili binari è proprio questa. La sensibilità diversa, unita alla competenza, al sacrificio, alla protesta, alla critica, alla cultura e alla creazione di posti lavoro sono elementi capaci di rendere il percorso del Gruppo Abele unico nel suo genere. Quella voglia di cambiamento, che ha spinto un manipolo di giovani guidati da un giovane Luigi Ciotti a fondare il Gruppo Abele ormai 45 anni fa, è ancora viva ed è stimolo per lottare contro le ingiustizie quotidiane.


Al campo scuola tenuto a Cesana nel week end, rituale mai privo di significati, la passione che spinge le realtà del Gruppo a lottare contro le ingiustizie si è potuta avvertire in modo distinto.

Una volontà che sfida le difficoltà, i tagli governativi, una politica dell’odio e dell’esclusione per generare cambiamento e cultura. Davide contro Golia, insomma.


Le testimonianze di Gustavo Zagrebelsky, Marco Revelli e GianCarlo Caselli hanno poi delineato il quadro di un’Italia alle prese con una crisi profonda, strutturale, politica, culturale. E il sociale, che dovrebbe smussare gli spigoli delle ingiustizie, deve fare i conti con una serie di concause che lo mettono nell’angolo. La risposta, come suggerita da Luigi Ciotti, viene dalla strada. Non dimenticarla per fare cultura, generare rete, incidere sul versante politico.

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