Milano, verso la Commissione comunale Antimafia

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Minotauro e Infinito, due facce della stessa medaglia: il radicamento e il consolidamento delle relazioni mafiose, economiche e politiche, nel territorio del Nord Italia. Minotauro in Piemonte (con Maglio-Albachiara), Infinito in Lombardia. Dopo i 170 arresti del luglio 2010 in Lombardia, un paio di settimane fa ci sono state 110 condanne (su 119 imputati) nel processo condotto dal gup Roberto Arnaldi in collegamento all’operazione Crimine della DDA di Reggio Calabria. Processo che ha colpito i “locali” di Milano, Pavia, Bollate, Cormano, Bresso, Limbiate, Solaro, Pioltello, Corsico, Desio, Seregno, Rho, Legnano, Erba, Mariano Comense, Canzio, e di cui sarà interessante leggere le motivazioni una volta che saranno rese note.
Abbiamo intervistato a questo proposito Ilaria Ramoni, referente di Libera Milano, per capire come l’associazione si è mossa in questi anni sul territorio lombardo, sollecitando la politica a focalizzare l’attenzione su etica, legalità, trasparenza, alla luce di alcuni primi e importanti risultati ottenuti con la nomina di un Comitato di esperti e uno specifico Protocollo d’intesa. Ci interessa perché, anche a Torino, Libera ha chiesto al sindaco Fassino, in ottobre, durante l’iniziativa Mafie al Nord, e di fatto attraverso la piattaforma L10, di spendersi per creare al più presto una Commissione comunale antimafia.
Di recente ci sono state molte condanne nell’ambito del maxi-processo Infinito. Considerato il lavoro di Libera in Lombardia, cosa rappresentano queste condanne per la ‘ndrangheta in Lombardia?
Per noi è stata l’ennesima conferma di quanto andiamo dicendo da anni, ovvero che non si può più pensare alla lotta alla mafia come se fosse solo un problema del sud. Nelle nostre città la mafia ormai ha testa e braccia, ha riferimenti (e non solo purtroppo) politici e istituzionali ed è radicata come se non più delle regioni di provenienza. Per noi è una ulteriore motivazione a fare più e meglio, a essere maggiormente presenti con le tante vittime che non trovano il coraggio di parlare. A fare il nostro dovere fino in fondo.
Qual è stato il percorso di Libera Milano che ha portato alla richiesta della Commissione Antimafia e più recentemente alla firma di un Protocollo d’intesa?
Innanzitutto occorre chiarire che ad oggi a Milano abbiamo un Comitato di esperti nominati dal Sindaco (di cui fanno parte Nando dalla Chiesa, Umberto Ambrosoli, Giuliano Turone, Luca Beltrami Gadola e Maurizio Grigo) e non ancora una Commissione comunale antimafia. Come Libera Milano avevamo chiesto l’istituzione di una commissione antimafia in seno al consiglio comunale già nel 2008 attraverso una raccolta firme tra i cittadini di Milano. La Commissione venne poi istituita, e nel giro di circa tre mesi “sciolta”, utilizzando pretestuosamente le indicazioni critiche avanzate dal Prefetto di Milano. Da tale momento la richiesta di avere una Commissione antimafia del Comune di Milano è diventata un simbolo per noi fondamentale. Chiedevamo alla politica cittadina, che per troppo tempo ha negato e chiuso gli occhi davanti al problema del radicamento della criminalità organizzata a Milano, di fare finalmente la propria parte, di impegnarsi, di lanciare un messaggio. Proprio per questo decidemmo, con altre realtà associative e sindacali milanesi, di inserire la richiesta della costituzione della Commissione antimafia in seno al consiglio comunale tra le nostre proposte per una Milano migliore. Proposte che sono state sottoposte in una pubblica iniziativa tenutasi presso la Camera del Lavoro di Milano ai candidati sindaco già in fase di primarie. Parte di queste richieste/proposte tra cui l’istituzione della Commissione antimafia e la particolare attenzione nei confronti del riutilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati confluirono, poi, nel programma elettorale dell’attuale Sindaco Giuliano Pisapia. Quindi, una volta eletto il nuovo Sindaco, abbiamo iniziato a lavorare sulla base del programma. Ed ecco la proposta e la sottoscrizione del protocollo d’intesa. Dopo la nomina degli esperti antimafia consulenti del Sindaco ad oggi aspettiamo l’Istituzione della Commissione comunale che ci dicono avverrà a breve.
In cosa consiste questo Protocollo?
Nel protocollo abbiamo inserito le linee guida politiche che regoleranno i rapporti tra il Comune di Milano e Libera nei prossimi tre anni con particolare riferimento al riutilizzo dei beni confiscati e all’educazione alla responsabilità e alla cittadinanza democratica. In sostanza ci concentreremo sulla sensibilizzazione della cittadinanza sul tema del riutilizzo sociale dei beni confiscati anche proponendo all’Amministrazione buone prassi, evidenziando criticità e possibili soluzioni affinché la legge n. 109 del 1996 venga correttamente applicata e ne venga valorizzata la reale portata pratica e simbolica. Valorizzeremo anche il riutilizzo produttivo dei beni confiscati come importante segnale anche al tessuto economico di Milano. Inoltre potenzieremo l’attività di formazione, con particolare attenzione al mondo delle scuole e dell’università, senza perdere di vista la cittadinanza nel suo complesso.

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