Ciao Luca, anima gentile
Come non accorgersi di lui? Luca era una di quelle presenze silenziose, schive, ma profondamente eloquenti. Ci ricordava sempre quello per cui siamo nati, 45 anni fa: la strada, la vicinanza mai invadente agli ultimi, ai fragili, ai disarmati; la garanzia di dare loro un punto di riferimento, un’attenzione, mai un aiuto “alle nostre condizioni”, tantomeno un giudizio.
Ma Luca era anche un artista, un vero artista. I suoi quadri nascondo da un sentimento religioso della vita. Miniature esorbitanti di colore e luce, a indicarci che nei minimi dettagli – quelli che a sguardi superficiali e distratti finiscono per sfuggire – è sempre presente il Tutto.
Quadri di piccole dimensioni, perché come Luca anche la sua arte era un’arte che non voleva disturbare, che aveva la grazia della timidezza. C’è poco da mettersi in mostra, quando si tratta di mostrare le meraviglie della vita.
E poi la sua passione per la musica. I Rolling Stones, Bob Dylan… Luca era rimasto in fondo un ragazzo degli anni settanta, uno di quelli che aveva creduto che la vita potesse essere trascritta in musica, eseguita con la sensibilità e l’inventiva del musicista. Uno spartito che ciascuno è chiamato a interpretare per costruire insieme una grande sinfonia collettiva. Epoche di speranze e utopie a cui Luca, a modo suo, era rimasto fedele. Pur rendendosi conto che le cose avevano preso una piega che lo lasciava perplesso, a volte sbigottito. Quante volte, incontrandolo, ci è sembrato cogliere nel suo sguardo un’ombra di tristezza per quello spartito in troppi casi declassato a protocollo, a formalità burocratica…
Luca aveva bisogno di un contatto vero, essenziale. Aveva bisogno di calore e di sorrisi. Abbiamo cercato di darglieli. Il Gruppo Abele è stato la sua famiglia. Solo ora che non c’è più ci rendiamo conto di quanto abbiamo avuto bisogno di lui, più di quanto lui ne abbia avuto di noi.
Ciao Luca, ci mancherai molto, anima gentile.
Quadri di piccole dimensioni, perché come Luca anche la sua arte era un’arte che non voleva disturbare, che aveva la grazia della timidezza. C’è poco da mettersi in mostra, quando si tratta di mostrare le meraviglie della vita.
E poi la sua passione per la musica. I Rolling Stones, Bob Dylan… Luca era rimasto in fondo un ragazzo degli anni settanta, uno di quelli che aveva creduto che la vita potesse essere trascritta in musica, eseguita con la sensibilità e l’inventiva del musicista. Uno spartito che ciascuno è chiamato a interpretare per costruire insieme una grande sinfonia collettiva. Epoche di speranze e utopie a cui Luca, a modo suo, era rimasto fedele. Pur rendendosi conto che le cose avevano preso una piega che lo lasciava perplesso, a volte sbigottito. Quante volte, incontrandolo, ci è sembrato cogliere nel suo sguardo un’ombra di tristezza per quello spartito in troppi casi declassato a protocollo, a formalità burocratica…
Luca aveva bisogno di un contatto vero, essenziale. Aveva bisogno di calore e di sorrisi. Abbiamo cercato di darglieli. Il Gruppo Abele è stato la sua famiglia. Solo ora che non c’è più ci rendiamo conto di quanto abbiamo avuto bisogno di lui, più di quanto lui ne abbia avuto di noi.
Ciao Luca, ci mancherai molto, anima gentile.