Colpo alla 'ndrangheta in Piemonte: arrestate 19 persone

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Questa mattina il Comando Provinciale dei Carabinieri di Torino ha eseguito l’ordine di custodia cautelare nei confronti di 17 persone con l’accusa di associazione a delinquere a stampo mafioso. L’operazione denominata “Esilio” ha colpito esponenti del locale di Giaveno e della cosca dei Cataldo di Locri che avrebbero gestito una rete di traffico di stupefacenti fra l’Italia e la Spagna.
L’indagine, nata dalle dichiarazioni del collaboratore di Giutizia Christian Talluto, ha rivelato la gerarchia del “locale” di Giaveno: una struttura attivata dai “Bellocco-Pisano” del locale di Rosarno e guidata da Giuseppe Mirabella, soprannominato nelle intercettazioni come il “nonno”, con la carica di capo locale e Salvatore Magnis con la carica di capo società.
Il gruppo, organico alle altri locali di ndrangheta mappate durante l’operazione Minotauro, avrebbe operato nel campo delle estorsioni e truffe, del traffico internazionale di stupefacenti sino al giorno della provvisoria sospensione delle attività dovuta all’attentato contro Salvatore Magnis nel maggio 2008.
Il Procuratore Aggiunto Alberto Perduca ha sottolineato “l’importanza di unire alla cattura anche l’attacco ai patrimoni attraverso i sequestri preventivi ai fini della confisca”. Nell’ambito dell’operazione “Esilio” sono stati effettuati i sequestri preventivi di un esercizio commerciale e un immobile a Sommariva Bosco e uno stabile a Rosarno (RC) per un valore di 1 milone e mezzo di euro oltre a cinquecento chili di hashish. All’interno dell’operazione sono state arrestate altre due persone che erano in contatto con il sodalizio criminale.

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