Ieri abbiamo partecipato alla Commissione Speciale Legalità del Comune di Torino per presentare la XXVII giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
Per il rispetto che abbiamo nei confronti delle Istituzioni e dei Cittadini, abbiamo affrontato il tema della memoria e il suo significato, ma soprattutto abbiamo sottolineato quanto la memoria, senza l’IMPEGNO quotidiano, sia vana retorica.
Proprio partendo da questa convinzione, in commissione, abbiamo ribadito la necessità di dare risposte alle domande e ai dubbi sollevati nei giorni passati da Gian Carlo Caselli e Davide Mattiello.
Siamo fermamente convinti che la generica presa di posizione contro le mafie sia insufficiente, quando siamo di fronte a fatti, circostanze e relazioni specifiche.
La richiesta fatta, di fronte a tutti i commissari, ha sottolineato – in modo chiaro e inequivocabile – la necessità di una dichiarazione che esprimesse in modo netto la rottura con la ‘ndrangheta nella costruzione di consenso e ricerca di voti.
Le mafie non sono un ente di beneficienza. Chiedono sempre qualcosa in cambio e il loro capitale sociale si costruisce con le relazioni fuori e dentro l’organizzazione. Dopo anni di inchieste, sono riconoscibili e conquistano nuovi spazi, quando trovano un terreno accogliente e permeabile.
Nostro malgrado, dobbiamo registrare da parte Domenico Garcea, componente di Forza Italia in Commissione, una dichiarazione di generica estraneità al fenomeno mafioso, senza alcuna spiegazione sulle dinamiche e sulle relazioni che lo vedono comparire – anche se mai indagato per i fatti in questione – nelle carte dell’Operazione antimafia “Fenice”, che ha svelato l’interessamento della ‘ndrangheta alle elezioni regionali del 2019. Operazione che ha generato un processo, nel quale Libera è costituita parte civile.
Infine, abbiamo dato la nostra disponibilità a contribuire ai lavori della Commissione, se non ci saranno opacità e ombre nel suo percorso.