Libera e la formazione permanente

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Si è concluso il secondo appuntamento con la formazione che Libera nazionale ha organizzato per i referenti territoriali. Decisamente interessanti gli spunti instillati dai relatori, ma con piacere rappresentiamo anche la risposta concreta e competente dei partecipanti cosicchè gli incontri si sono trafsormati in momenti di dialogo costruttivo.


Enrico Fontana, consigliere regionale del Lazio, nonchè esponente di Legambiente, ha introdotto il tema della trasparenza amministrativa e della legalità, riflettendo sul fatto che troppo spesso non esiste una responsabilità diretta, una sorta di “filiera ordinata ed istituzionale in tema di politica della legalità”. Insieme abbiamo discusso di come sia importante valorizzare il percorso di Avviso Pubblico, ma anche come sia determinante capire che la legalità interessa tutti i ciattadini, non solo coloro che ricoprono incarichi di amministrazione pubblica.


dscn0554Con Leonardo Saiocco, dell’ufficio del Commissario per i beni confiscati, abbiamo discusso di agressione ai patrimoni dei boss, ripercorrendo storicamente le leggi, dalla 575 del 1965, passando per la Rognoni-Latorre del 1982, per finire alla 109 del 1996. Nel dialogare insieme a lui e a Davide Pati, responsabile dei beni confiscati per Libera, sono emerse tutte le criticità che portano all’esigenza di una sempre maggior sensibilizzazione del territorio e di un sempre più grande impulso verso tutti gli enti coinvolti dall’iter sequestro-confisca.


dscn0559Si è discusso anche del Fondo per i familiari delle vittime delle mafie. Lo abbiamo fatto con il prefetto Troiani, colui che si occupa di tale fondo, su incarico del Ministero dell’Interno. Per saperne di più in merito a relazione annuale e numeri, o documentazione, il riferimeto è il seguente link: Comitato di solidarietà per le vittime dei reati di tipo mafioso


dscn0564Infine con Donatella Caponnetti, del CGM della regione Lazio, ci si è confrontati su quegli strumenti che la giustizia adotta nei confronti dei minori: dal tribunale per i minorenni (1934) all’istituzione di un processo penale minorile separato da quello tradizionale (1988), fino a tutti gli strumenti che cercano di evitare il carcere, che è solo l’extrema ratio.

Dai poco consoni “perdono giudiziale” e “incapacità di intendere e di volere”, ai centri di prima accoglienza, alla messa alla prova. E sullo sfondo l’incapacità del legislatore di trasformare le sperimentazioni di “riconciliazione” in concreta mediazione penale prevista da precise e specifiche normative.

Insomma tanto ma tanto lavoro all’insegna del formarsi (continuamente), per fare (concretamente).

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In ultimo, ma non per importanza, sottolineo la bellezza di ritrovare volti amici come quello di Margherita Asta, che ha presentato un video sulla neonata Libera Calcestruzzi Ericina, e di Marika Demaria, referente di Libera in Valle d’Aosta, con la quale continuiamo a camminare insieme.

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