Toghe onorarie in sciopero virtuale

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Appoggiamo “l’ennesima ragione di protesta” dei magistrati onorari: un diritto che non riconosce diritti è una contraddizione in termini. Il gesto di sostegno nei confronti dei colleghi dell’Aquila ci dà ancora una volta il senso di giustizia di questa battaglia per la Giustizia.

 

 

FEDER.M.O.T.

Federazione Magistrati Onorari di Tribunale

Roma, 2 maggio 2009

TOGHE ONORARIE IN SCIOPERO VIRTUALE


Feder.m.o.t. proclama il primo sciopero virtuale. Il 6 maggio le toghe onorarie terranno udienza, ma devolveranno la propria retribuzione netta giornaliera ai colleghi dell’Aquila (disoccupati fino al 30 novembre, causa sospensione delle udienze), e il resto alla protezione civile.

I magistrati onorari dell’Aquila, unica categoria di lavoratori a non percepire dallo Stato nessuna indennità (neanche quella di disoccupazione riconosciuta ai lavoratori autonomi), hanno chiesto invano al Csm di essere applicati in via provvisoria in altre sedi fino al 30 novembre. Gli altri colleghi dell’Abruzzo hanno già perso un mese di retribuzione, dipendendo dalla Corte d’Appello dell’Aquila.

Si tratta dell’ennesima ragione di protesta, che si aggiunge alla rivendicazione di stabilizzazione nell’esercizio delle attuali funzioni e di tutti i diritti riconosciuti ai lavoratori (previdenza, malattia, maternità, ferie). L’attuale normativa disciplina solo i doveri delle toghe onorarie e non determina con certezza nemmeno la loro retribuzione (sempre di più i giudici e i pm onorari che a sorpresa si vedono trattenere la retribuzione per il lavoro effettivamente svolto, in compensazione di quanto già percepito, ma successivamente ritenuto non dovuto da ispettori del ministero della Giustizia o da circolari sopravvenute, che contraddicevano quelle precedenti).

Finora, per colmare le lacune normative, i magistrati onorari di tribunale si sono visti applicare per analogia la normativa dei lavoratori dipendenti, nella parte più sfavorevole. Una tra tutte la legge sulla maternità, solo nella parte che prevede l’astensione obbligatoria, senza riconoscimento di alcuna indennità. Già allora la Feder.m.o.t. intervenne, come le società di mutuo soccorso dell’Ottocento, per sostenere la prima madre magistrato rimasta senza alcun reddito per cinque mesi. Ora per sostenere i colleghi dell’Abruzzo, unici a non beneficiare del welfare, pur avendo pagato le tasse come tutti gli altri lavoratori dipendenti.

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Presidente – Paolo Valerio

Responsabile per le Comunicazioni – Paola Bellone – 320.7514301

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