L'acqua non si vende. Al via la campagna referendaria (video)

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Bene primario e non merce sulla quale lucrare. Giovedì mattina il Coordinamento Torinese per l’acqua pubblica ha presentato i tre quesiti referendari per evitare la privatizzazione delle reti idriche italiane.

Giovedì, presso la sede Arci di Torino, il fronte comune creatosi attorno alla difesa di questo diritto universale ha organizzato una conferenza stampa per presentare la campagna referendaria e dare il via alla raccolta firme. Tra le associazioni promotrici della realtà cittadina anche Acmos e il Gruppo Abele. Primo firmatario è Luigi Ciotti che ha inviato una lettera letta da Davide Mattiello, presidente di Acmos e referente di Libera Piemonte, per spiegare le ragioni dell’adesione alla campagna.

La raccolta firme inizierà ufficialmente il 24 aprile, nel corso della Fiaccolata per la commemorazione del 25 aprile.




Il testo della lettera inviata da don Luigi Ciotti

L’acqua è un bene inclusivo, non esclusivo. Un bene di tutti. Non ci può essere mercato, profitto, speculazione su ciò che è indispensabile alla vita. I bisogni delle persone tracciano soglie che non possono essere violate, e che devono restare fondamento e misura della giustizia sociale. La storia recente ci racconta di popoli coinvolti in conflitti per l’accesso all’acqua, di privatizzazioni che si rivelano monopoli, di mafie pronte a usare la risorse idriche come arma di arricchimento e di ricatto. Battiamoci allora perché questo servizio sia pubblico nel senso più autentico della parola, denunciando gli sprechi, le distribuzioni inadeguate, le tariffe sproporzionate. Ma diciamo no una privatizzazione che, come è già avvenuto in altri campi, rischia di risolversi in un ennesimo affare sulla pelle delle persone. Sono vicino alla vostra battaglia e aderisco, col Gruppo Abele e Libera, alla petizione per il referendum abrogativo sulla privatizzazione dell’acqua.

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