Regno di Leinì: Ivano Coral abbandona il trono

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Da sei anni alla guida di Leinì, questa mattina, Ivano Coral, sindaco della cittadina alle porte di Torino, ha deciso di rassegnare le dimissioni. Eletto in una lista civica – politicamente orientata a centrodestra, era succeduto al padre, Nevio Coral. Un’eredità politica pesante quella assunta.

 

Il padre, meglio conosciuto come il Re di Leinì – per il potere esercitato per 11 anni come Sindaco – è stato arrestato con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Minotauro. Oggi si trova in carcere ed è difficile pensare che questa circostanza non abbia influito sulla decisione presa dal figlio. E’ stata fondamentale.

Non dimentichiamo, infatti, che da settembre un gruppo di investigatori sta passando a setaccio le carte dell’Amministrazione leinicese alla ricerca di atti che dimostrino l’influenza della ‘ndrangheta a Palazzo. La Commissione d’accesso nominata dal Prefetto sta lavorando per capire se procedere o meno con la richiesta di scioglimento del Comune per infiltrazione mafiosa da inviare al Ministero dell’Interno. Questa eventualità, con il passo compiuto oggi da Ivano Coral, non si potrà avverare, con tutta probabilità.

 

Se confermate le dimissioni – il sindaco ha tempo 20 giorni – il comune verrà sciolto. Ma non per infiltrazione. La caduta dell’Amministrazione sarà di natura prettamente politica e un commissario prefettizio verrà nominato per guidare Leinì, fino alle prossime elezioni.

 

Ivano Coral ha deciso di prendere carta e penna e scrivere ai suoi cittadini per annunciare il passo indietro. Uno scritto nel quale elenca le opere realizzate, quelle in cantiere e anche “i nonni vigile” ( citazione presa dal comunicato stampa). Ringrazia poi la squadra con la quale ha condiviso questo periodo, per arrivare a motivare le dimissioni. “La mia persona, la mia famiglia e i componenti della mia maggioranza sono quotidianamente soggetti a pressioni esterne su assurdi teoremi che nulla hanno a che fare con il lavoro svolto dalla mia squadra e che rifiuto fermamente” scrive Coral.

 

Poi la lettera entra nel vivo delle ragioni, che sono tutte politiche: “ becere visioni elettorali di brevissimo periodo hanno indotto alcuni a ricercare affannosamente dei distinguo dal loro stesso operato” . Una frase che non lascia spazio ad interpretazioni.

 

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