Nuova disciplina delle cave in Piemonte. Un argine contro le mafie

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Dopo 37 anni, la Regione Piemonte ha deciso di affrontare nel complesso la materia delle attività estrattive nella nostra Regione. Un passo importante per la tutela del territorio e che permetterà di mettere un freno all’infiltrazione delle mafie in questo settore, sempre più spesso attive nelle cave.
Questo importante passo è stato possibile con la presentazione della proposta di legge “Disciplina delle attività estrattive: disposizioni in materia di cave” del Consigliere Regionale Domenico Rossi, eletto nelle fila del Partito Democratico.

Noi di Libera Piemonte abbiamo in passato sottolineato la necessità di intervenire sulla materia, tanto da inserire la proposta di modifica nella piattaforma L7, manifesto di programmatico sottoposto a tutti i candidati presidenti, e a tutti i candidati consiglieri, nella tornata elettorale del Piemonte del 2014.
Nel punto 4 di L7 abbiamo chiesto una modifica delle norme esistenti “incrementando il ruolo della Regione nella pianificazione del recupero ambientale delle cave dismesse e abbandonate; adeguando le norme vigenti in favore del riutilizzo dei materiali inerti e dei sottoprodotti sulla base dell’innovazione tecnologica; rivedendo il calcolo dei canoni di concessione e degli oneri cauzionali, affinché i risultati finali non vadano solamente a vantaggio degli operatori del settore, ma costituiscano anche la giusta compensazione e tutela per il territorio e le collettività locali

Ed è proprio in questa direzione che va la proposta di legge presentata dal Consigliere Rossi, appoggiata da altri 21 rappresentanti regionali.

Aspettando l’approvazione della legge, non possiamo che dichiararci soddisfatti del nuovo quadro normativo capace di tutelare il territorio dalle attività estrattive e di innalzare gli argini per evitare l’infiltrazione delle organizzazioni criminali nelle cave.

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