Legge contro il gioco d’azzardo patologico: ascoltati in Regione i promotori

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A 10 mesi dalla consegna delle 12mila firme di elettrici ed elettori piemontesi, a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare, per dotare la nostra Regione di un nuovo impianto normativo contro il gioco d’azzardo patologico, il Consiglio della Regione Piemonte ha audito i promotori del testo di legge.

Oggi, le 3 commissioni competenti – Economia, commercio, industria; Legalità; Sanità – hanno ascoltato le relazioni proposte da Libera Piemonte, Sermig e quelle dei sindaci piemontesi che hanno sostenuto la legge, attraverso delle deliberazioni di consiglio.

Un atto dovuto e stabilito dai regolamenti che è giunto con ritardo e dopo varie sollecitazioni da parte delle 40 realtà che si sono spese per la raccolta firme.

La proposta, infatti, nasce dalla Campagna “Giochiamo la nostra partita”, portata avanti lo scorso anno dopo che, nel luglio del 2021, la maggioranza a sostegno del Governatore Alberto Cirio ha deciso di cancellare legge 9/2016, aumentando l’offerta di gioco nei nostri territori e stabilendo regole insufficienti per contrastare la patologia da gioco.

La nostra relazione ha sottolineato la necessità di intervenire – al più presto – per tutelare le fasce più deboli della popolazione che, soprattutto in situazioni di difficoltà economica, vedono nel gioco una possibilità di riscatto. Una falsa prospettiva che porta alla dipendenza da gioco, sovraindebitamento e alla richiesta di prestiti al di fuori dei circuiti ufficiali di accesso al credito.

La proposta di legge sottoposta ai consiglieri ( pochi i rappresentati della maggioranza presenti) , prende spunto dai buoni risultati contenuti nella 9/16 (approvata all’unanimità nella passata legislatura) e dagli esiti negativi prodotti da quella attualmente in vigore.

 

Nei primi anni di applicazione della 9/2016 sono stati rilevati importanti risultati, dovuti principalmente alla limitazione degli orari di accensione degli apparecchi, alle distanze dai luoghi definiti “sensibili” e alla quantità di tali luoghi.

La raccolta totale è passata da più di 5 miliardi nel 2016 a circa 4 miliardi e mezzo di euro nel 2019 e la diminuzione si riscontra anche in termini di spesa, ovvero di perdite da parte dei giocatori.

Nel 2021 (anno in cui la legge è rimasta in vigore fino a luglio) la raccolta è stata di 6,8 miliardi, in aumento, ma meno della media nazionale: la media pro capite piemontese è di 1588€, mentre quella nazionale si attesta a 1880€ pro capite.

I pazienti in cura al SerD per gioco d’azzardo nel 2016 erano 1.327, nel 2019 sono diminuiti a 1.054 e nel 2021 il numero è sceso a 765. Un ultimo elemento degno di menzione è la diminuzione del numero di slot machine presenti sul territorio regionale: se nel 2016 le AWP erano 29.544, nel 2019 sono scese a 12.274. Dal 2016 al 2020 i locali con slot (New Slot + VLT) sono diminuiti di 5039 unità, quasi l’80%.

 

Con l’abrogazione della L.R. 9/2016 e l’introduzione della L.R. 19/2021 molti dei risultati appena evidenziati sono venuti meno, poiché la legge attualmente in vigore ha consentito di aumentare nuovamente l’offerta di gioco sul territorio. A confermare tale situazione:

1)    Nei primi mesi di applicazione della norma (settembre-dicembre 2021) solo al Comune di Torino sono state inoltrate 232 domande di reinstallazione di apparecchi, che erano stati spenti grazie alla precedente legge,  per il gioco nei locali.

2)    Nel 2021 in Piemonte risalgono di 1000 unità circa gli apparecchi da gioco, mentre nel resto del Paese  diminuiscono.

3)    Verso la fine 2021 in Piemonte troviamo 51,4 apparecchi ogni 10.000 residenti, un aumento del 10,3% in un anno in controtendenza rispetto alla media nazionale che vede una diminuzione dell’1,4% in un anno.

 

Un nuovo intervento normativo risulta quindi necessario per non perdere i risultati che si erano raggiunti, in un momento economico e sociale particolarmente complesso per le categorie più fragili.

 

L’intenzione di questa proposta di legge di iniziativa popolare è quella di intraprendere un percorso virtuoso che, oltre a tutelare le fasce più fragili della popolazione particolarmente colpite dall’emergenza sanitaria, dia la possibilità di continuare e migliorare il cammino iniziato pochi anni fa e che ha avuto manifestazioni positive su diversi fronti.

L’obiettivo è anche quello di prevenire e contrastare gli interessi economici della criminalità. Sono le evidenze investigative a testimoniare quanto regole più stringenti sul comparto del gioco creino maggiori difficoltà alle organizzazioni mafiose. E non  – come sostenuto nel percorso di modifica dalla maggioranza Cirio – che liberalizzare il mercato tolga margini di manovra alle mafie.

La proposta di legge regionale presentata ha inoltre l’obiettivo di verificare e tutelare i lavoratori del comparto del gioco legale attraverso l’istituzione di un tavolo di monitoraggio della situazione dei posti di lavoro.

 

Ci auguriamo che le nostre ragioni – suffragate da dati – vengano ascoltate, perché in gioco c’è la salute dei piemontesi.

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