La Regione Piemonte abbandona i beni confiscai alle mafie.
Per l’ennesimo anno, la legge 14 del 2007 – strumento normativo approvato per sostenere economicamente il riutilizzo del patrimonio mafioso – non viene finanziata.
Non è la prima volta che accade, perché è dall’insediamento della Giunta di Alberto Cirio, che nessun bando a sostegno dei Comuni per il riutilizzo degli immobili confiscati è stato predisposto.
La legge, senza finanziamenti, è svuotata da ogni effetto e costringe i comuni su cui insistono gli immobili a trovare fondi per dare un futuro a questi luoghi. E, in un periodo di forti ristrettezze economiche, per i Sindaci è sempre più complicato trovare risposte economiche per attivare progetti di riutilizzo.
La Giunta Regionale conferma di non considerare la lotta alle mafie una priorità politica, nonostante i dati fotografino uno scenario preoccupante.
Sono infatti numerosi i beni immobili confiscati alle mafie in Piemonte, ma solo 1/5 di essi è stato restituito alla collettività.
Secondo i dati in nostro possesso, aggiornati a settembre 2021, sono 322 gli immobili confiscati in via definitiva, ma solo il 21,1% (pari a 68 unità ) è stato utilizzato; l’8,4% ( pari 27 unità) è destinato ma ancora non utilizzato e il 70,5% (pari a 227 unità) non è ancora stato destinato ed è quindi ancora nella responsabilità della Anbsc.
Questi numeri posizionano il Piemonte al penultimo posto in Italia per riutilizzo del patrimonio immobiliare appartenuto alle organizzazioni mafiose.
Dati alla mano, consideriamo questa scelta di bilancio ancora più incomprensibile, grave e pericolosa.
La decisione di non finanziare la legge 14 è nei fatti un chiaro segnale politico, con esiti a tutti noti: per i beni confiscati si prospetta un futuro di abbandono.
E a vincere, ancora una volta, saranno le mafie.